Venerdì 6 giugno 2003 si è svolto un seminario sull'ufficio bicicletta ispirato dagli
partecipanti al FirenzeInBiciforum ed organizzato dalla
federazione dei Verdi A fine giugno verrà
A fine giugno verrà istituito anche a Firenze l'ufficio per la bicicletta, che
si occuperà di organizzare la mobilità ciclistica, e probabilmente anche la
mobilità di pedoni e disabili.
L'istituzione di un ufficio per la bicicletta è una condizione necessaria per lo
sviluppo di un adeguato supporto alla mobilità sostenibile.
Ma come deve funzionare un ufficio per la bicicletta? Quale ruolo dovrà avere
all'interno dell'amministrazione comunale? come si interfaccerà con i cittadini
ciclisti?
Per rispondere a queste domande, sono venuti a Firenze:
Gianni Stefanati (ufficio per la bicicletta del Comune di Ferrara)
Antonio Dalla Venezia (ufficio per la bicicletta di Mestre)
Gli interventi sono stati tutti estremamente concreti. Chi ha parlato è andato
subito al sodo; a cominciare dai due ospiti "forestieri" che hanno
spiegato come deve essere e cosa deve fare un ufficio biciclette.
Ha parlato per primo Stefanati, che non si è perso nell'elenco di quanto ha
fatto l'ufficio bicicletta di Ferrara (ed è moltissimo) dal lontano 1995; ma ha
subito messo sul tavolo un punto nodale: l'ufficio bicicletta deve occuparsi
solo di bicicletta; dovremmo dare per scontato che i pedoni siano tutelati dai
progettisti (tutti sono pedoni una volta lasciata l'auto, progettisti inclusi,
mentre non è detto che chi progetta la viabilità sia anche ciclista); mentre
per gli invalidi a Ferrara esiste un ufficio apposito, parallelo all'ufficio
bici. Secondo punto fondamentale: l'ufficio biciclette deve dipendere politicamente
dall'assessore, sottraendolo quindi all'indirizzo dei dirigenti
dell'amministrazione comunale. SOlo così l'ufficio bici può varare delle
proprie politiche in maniera efficace.
Parla poi Antonio Dalla Venezia. L'ufficio bicicletta del Comune di Venezia
(che, ovviamente, si occupa di Mestre) è nato da poco, ma ha in bilancio ben
65.000 euro per il primo anno per la sola comunicazione, mentre i fondi per gli
interventi assommano a svariati milioni di euro. L'ufficio, appena insediato,
ha ripreso in mano progetti di interventi nati male perchè chi li aveva redatti
non era un ciclista. Il risultato è statio lo sblocco di molti progetti ed il
raddoppio dei percorsi ciclabili entro il 2005 (DA 25 A 50 km). L'ufficio
bicicletta è riuscito a velocizzare gli iter e a migliorare la qualità degli
interventi.
Dopo altri interventi, di cui daremo conto presto, la chiusura è affidata a
Bugliani. L'assessore alla mobilità sostiene di aver esitato a lungo prima di
dare il via all'ufficio della bicicletta, perché voleva che l'ufficio fosse
"vero". E "forse" ora ci sono le condizioni. Bugliani sostiene che a Firenze
siamo indietro e che l'amministrazione deve in pratica rincorrere i cittadini,
che hanno già scelto la bicicletta nonostante tutte le difficoltà. L'ufficio si
avvarrà, come anticipato, della collaborazione dell'Associazione Città
Ciclabile nel suo insieme, della cui esperienza l'amministrazione desidera fare
tesoro; le forme di questa collaborazione sono attualmente allo studio, ma fin
dall'ideazione del progetto "ufficio mobilità elementare", era inteso che
l'Associazione Città Ciclabile ne avrebbe fatto parte. Proprio mentre sta
concludendo, Bugliani afferma che la costituzione dell'ufficio biciclette è
stata possibile anche grazie a chi, come i Verdi ed altri [fra cui il nostro
sito], ha martellato in tal senso
Se vuoi sapere più approfonditamente cosa è stato detto, abbiamo
pubblicato gli appunti presi durante il seminario.
Link utili:
Ufficio
Biciclette del Comune di Ferrara
Ufficio
Biciclette del Comune di Venezia